Arce, alla scoperta del Lazio


'E là dove la natura decide di collocare i propri limiti, 
esplode lo spettacolo. I tramonti.' Questa frase di Baricco spiega al meglio la sensazione di vedere il calare del sole tra le colline della Valle del Liri. 

Vi va di venire con me tra le sinuose stradine di Arce? 

Vamos, alla scoperta del Lazio! 




Arce
il suo nome deriverebbe o dalla funzione di arx, ovvero: fortezza, a cui fu adibita in varie epoche, o da Arcanum, il monte su cui è situato.

Controverse le origini del nome ma anche la sua storia, nonostante sia un piccolo paesino è stato sempre molto ambito: Nel VIII secolo venne sottratta all'imperatore d'Oriente dal duca longobardo di Benevento Gisulfo I, divenendo quindi possesso del Ducato di Benevento. Nel secolo successivo fu presa e saccheggiata dai Saraceni. Nel 937 venne presa dagli Ungari. Sul finire del X secolo fu donata dal principe longobardo di Capua ai monaci cassinesi che la tennero fino al 1058, anno in cui se ne impadronì, il conte di Aversa. Nel 1191 Arce venne presa da Enrico VI imperatore di Germania. Nel 1265 sarà presa da Carlo I d'Angiò e un lungo eccetera finché Nel 1796 fu aggregato al Regno di Napoli.
La chiesa parrocchiale di Arce, Arcipretale e Collegiata, è dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo e si erge in piazza Umberto I. La parrocchia è una costruzione barocca, ricca di stucchi, tra cui spiccano per grandezza La consegna delle chiavi Sulla via di Damasco. Nella chiesa sono conservate le reliquie di sant'Eleuterio. 
E direte, ma qua, oltre a passeggiare e ammirare i tramonti cosa si fa? 
Ogni anno si tiene "In Castro Archis", manifestazione che rievoca la figura di Federico II e il suo arrivo nel paese nel 1230 e l'incontro con il Castellano Raone d'Azia. Cortei con costumi d'epoca e spettacoli medievali ricalcano il passato del paese.